venerdì 28 gennaio 2011

London Calling, Me Answering

Soundtrack: "London Calling" - The Clash



La notizia arriva inaspettata.
Come una giornata di sole a Novembre,
quando vive la nebbia.
Arriva nel momento più difficile,
quando non ce la fai più a stare chiuso tra gli invisibili muri di una prigione eterea,
di un luogo che non senti tuo,
di un luogo che non chiami casa.

48 ore.
Questo mi è concesso.
2880 minuti.
Il 9 Febbraio prossimo,
Accompagno mia sorella incontro al suo sogno,
al suo futuro.
Il lavoro dei sogni è lì a portata di mano.
Ma parto anche e soprattutto per me.
Per sentire ancora il dolce sapore di un ambiente che conosci troppo bene per confonderlo.
Per camminare ancora tra le strade che dentro di me so dove conducono.
Per ritrovare la pace che solo il ritorno al proprio nido può concedere.

Per 48 ore, finalmente
torno a Londra.
Torno dove più di qualsiasi altro luogo al mondo,
mi sento a casa.




Tempo: 2 Gennaio 2009
Luogo: London, England



giovedì 27 gennaio 2011

Remember, Remember...

Soundtrack: "Auschwitz" - Francesco Guccini


Ricordare oggi più degli altri giorni.
Comprendere,
Chinare il capo,
Piangere,
Provare dolore,
Sperare.
Ricordare.
Guardare al domani promettendo,
Mai più.




"So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. 
Io sono io.
Mi chiamo Valerie. 
Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l'unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica. 
Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.
Mia nonna aveva una fattoria e mi diceva sempre che "Dio è nella pioggia".
Superai l'esame di terza media ed entrai al liceo femminile. 
Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.
Anni dopo mi innamorai di Christina. 
Quell'anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l'unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All'interno di quel centimetro siamo liberi.
Avevo sempre saputo cosa fare nella vita. Recitai nel mio primo film: "Le pianure di sale". 
Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. 
La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
Andammo a vivere insieme in un appartamentino. 
Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. 
Furono gli anni più belli della mia vita.
Ma la guerra divorò quasi tutto e alla fine arrivò.
A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.

Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come concentramento e risanamento divennero spaventose, mentre cose come Ariano e nazionalsocialismo divennero potenti. Ricordo come diverso diventò pericoloso
Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.
Presero Ruth mentre faceva la spesa. 
Non ho mai pianto tanto in vita mia. 
Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell'ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l'unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore…  

Io ti amo."
Valerie

Liberamente tratto da V per Vendetta.




lunedì 24 gennaio 2011

Chronicles Of a Forgotten Diary

Soundtrack: "Quel che resta" - Ludovico Einaudi


E' davvero dura.

Passare dal primo, indiscusso posto nel suo cuore al fondo del barile è davvero dura. Qualcuno direbbe “dalle stelle alle stalle”. In realtà, si è solo dimenticata di me.
Qui fa freddo. Un freddo tremendo. L'umidità è insopportabile, il silenzio assordante. La polvere si annida ovunque.
Una volta non era così.
Una volta, era diverso. Completamente diverso.
Una volta venirmi a trovare era difficile. Pressoché impossibile a dire il vero. Venivo nascosto negli angoli più nascosti della casa. Ne ho cambiati molti. Lei non sembrava mai abbastanza sicura che nessuno mi avrebbe trovato. Poi un giorno trovò quella che sarebbe stata la mia ultima casa... e in seguito la mia prima prigione.
Mi nascondeva in quel luogo con cura. Usava la massima attenzione con me. Mi riponeva nell'angolo destro dell'ultimo cassetto del grande mobile in mogano di camera sua. Mi ricopriva con delle vecchie magliette che sapeva nessuno avrebbe cercato o spostato. Stavo lì, nel tepore di un cassetto, cullato dal suo amore. In attesa del suo ritorno.
Ora, per venirmi a trovare, la strada è altrettanto impervia. Mio malgrado, la mia dimora non è ugualmente accogliente. Vivo da ormai sette lunghi anni tra la polvere di questi scaffali, in una stanza nascosta in soffitta ricavata sotto il tetto. Dimenticato, abbandonato, perso.

Ricordo chiaramente come tutto questo ebbe inizio. Lei aveva appena compiuto 16 anni. Giovane, bella. Cresceva con estrema rapidità. Ogni giorno, si ritagliava un'ora di tempo per me. Solitamente accadeva a fine giornata, quando tutti in quella casa erano già tra le braccia di Morfeo. Lei accendeva la piccola luce sul comodino, prendeva una penna, e iniziava a raccontarmi la sua giornata, i suoi sogni, la sua vita. A me raccontava ogni cosa, senza timore di essere giudicata. Il suo primo bacio, unico, speciale, irripetibile, richiese più di dieci pagine di dettagli, sensazioni, emozioni. Il divorzio dei suoi genitori, molte di più. Molte volte le bastava raccontarmi cosa le era successo durante il giorno, ed era felice. E io con lei. La sua partenza per il campeggio estivo, la sua prima “fuga” senza i genitori, non mi preoccupava. Certo, ero dispiaciuto del fatto che per una lunga settimana non ci saremmo potuti vedere (troppo era il rischio che io potessi finire nelle mani sbagliate, diceva lei), ma già tremavo di gioia all'idea di ciò che avrebbe vissuto, e che naturalmente mi avrebbe confessato in modo che io potessi riviverli con lei.
E lì accadde. Passarono sette giorni. E di lei nemmeno l'ombra. Ero sconvolto. Cosa poteva essere accaduto? Ne passarono ancora due prima che finalmente ci ritrovassimo. Ma qualcosa era cambiato. Il suo racconto era scarno, spento. Diverso. Lei era cambiata.
Dopo quel giorno i nostri incontri divennero sempre più rari. Spesso i suoi racconti rimanevano sospesi, senza alcuna conclusione. Semplicemente smetteva di scrivere, senza alcuna voglia di proseguire...
E venne il giorno. Era ormai più di un anno che non la vedevo. Semplicemente, non aveva più bisogno di me. Finalmente mi riprese tra le mani. Avevo imparato a gioire anche solo per i pochissimi secondi che mi dedicava, quindi ero davvero al settimo cielo. Dopo un anno, lei era bellissima. Era cresciuta. Mi prese tra le mani. Sfogliò lentamente le pagine.. vidi un sorriso sulle sue labbra. Era il sorriso di chi rivede una foto di quando era piccolo, e si ritrova davanti ciò che è stato. Ciò che non sarà più. Capii che era finita. La nostra vita insieme era giunta al termine.
Mi chiuse dolcemente. Ero già preparato a tornare nel luogo che da casa si era tramutato in prigione, quando mi accorsi che mi stava riponendo altrove. Mi appoggiò in cima a una pila di libri vecchi, dentro un vecchio scatolone che prese tra le mani. Salimmo le scale fino alla soffitta. Lei aprì la porta che dava sul sotto tetto. Appoggiò il pesante scatolone al suolo e iniziò a svuotarlo e a riporre il contenuto su dei vecchi scaffali di compensato. Ripose anche me. Senza un ultimo sguardo, senza una dolce attenzione, senza un addio, si girò e chiuse la porta. Quella fu l'ultima volta che la vidi.


Qui fa sempre freddo. L'umidità è sempre insopportabile.
Ma non è questo il vero motivo per cui la mia eterna esistenza è condannata a essere un inferno. Ora, dopo sette lunghi anni, mi ritrovo qui a parlare con voi. A raccontarvi la mia storia. Ma questo non mi basta. Non può bastarmi.
La verità, unica, indiscutibile e dolorosa è che lei mi manca.
Mi manca da morire.
Mi mancano le sue mani morbide e profumate, che riconoscerei tra mille.
Mi mancano le sue dita lunghe e affusolate, sempre e perennemente sporche di inchiostro, poiché mai si separava dalla sua penna. E da me.
Mi manca il tepore della sua pelle appoggiata su di me. L'alone di sudore che lasciava sulla pagina, quando era troppo emozionata per non scrivere tutto quel vivere alla velocità della luce.
Mi manca il modo con cui, ogni volta, iniziava a scrivere: “Caro Diario..”. Due semplici parole di circostanza, penserete voi. Ma per me, valevano più della luce di mille soli. Per me, rappresentavano l'amore vero. L'amore eterno.
Mi manca la sua splendida scrittura, così armoniosa ed elegante, capace di impreziosire ogni attimo che condivideva con me. Capace di farmi vivere attraverso di lei.
Mi manca il modo in cui sfogliava le mie pagine, per rileggere a piccole dosi la sua vita.
Mi mancano le sue lacrime. Quella piccole gocce di dolore che dolcemente lasciava cadere su di me quelle sere in cui scriveva di non farcela più a sopportare quella situazione in casa. Quando voleva scappare, lontano.
Mi manca il suo sorriso quando, con la mano dolorante per il troppo scrivere, mi augurava la buona notte e, soddisfatta e rilassata, mi riponeva al sicuro, lontano dal mondo che la circondava. Quel mondo che ora l'ha portata via da me.

Non posso essere in collera con lei. Non potrei mai. Lei mi ha dato la vita, mi ha dato un motivo per cui esistere. Mi ha dato l'eternità. Quell'eternità che ora assomiglia più a una condanna che a un sogno.
Ma non mollo.
Resisto.
Forse, tra molti anni, lei vorrà ricordare chi era. Vorrà tornare a essere, anche se solo per il tempo di una lettura, ciò che è stata.
Io sarò qui ad aspettarla.


Non mollo. Resisto.

Ma è tremendamente dura.


domenica 23 gennaio 2011

Counting Days To Spring

Soundtrack: "Rite Of Spring" - Angels & Airwaves



"Per quanto ognuno veda l'autunno come una stagione già vissuta, la primavera è sempre, agli occhi di tutti, una rinascita". 
(Theodore Francis Powys)









Tempo: 04 Gennaio 2011
Luogo: Passo San Pellegrino



 Tempo: 03 Gennaio 2011
Luogo: Oclini (Passo Lavazé)



martedì 18 gennaio 2011

The Swan

Soundtrack "A Pillow Of Winds" - Pink Floyd





"Now wakes the owl, now sleeps the swan
behold the dream, the dream is gone..."

(Pink Floyd) 




Tempo: 04 Gennaio 2011
Luogo: Passo San Pellegrino



sabato 15 gennaio 2011

Catch The Sun

Soundtrack: "Some Origins Of Fire" - Angels & Airwaves


Fragmentum III


Osare.
Unica possibilità, 
solo e costante pensiero.
Una culla di vetro per contenere il centro dell'universo.
"Folle, stolto, suberbo"
Così lo appellavano.
Come biasimarli?
Nemmeno lui pareva credere all'impossibile.

Ma la sua anima non vacillava,
Salda.
Non pensava alle possibili conseguenze,
Incosciente.
Tutta la sua vita dipendeva da quel singolo gesto.
Vivere nella gloria,
Morire nell'oblio.

Decise di osare.
Ebbe il coraggio,
la forza,
l'incoscienza
di osare.
E in singolo istante,
all'alba dei tempi,
compì l'impensabile.
Egli, imprigionò il sole.





Tempo: 04 Gennaio 2011
Luogo: Oclini (Passo Lavazé)


mercoledì 12 gennaio 2011

Frozen River

Soundtrack: "The Count Of Tuscany" - Dream Theater


Fragmentum II


Questo angolo di terra non riceve mai il sole.
Mai.
Non un singolo raggio in tutto l'arco dell'anno.
giace lì, in fondo alla valle,
sovrastato dalle vette,
che non gli concedono questo privilegio.

Imprigionato in una trappola di neve e ghiaccio.
Freddo.
Sempre e comunque.

Regna il silenzio tutto intorno.
Nemmeno l'acqua pare emettere alcun suono.
Non un sospiro, non un gemito, non un urlo.
Solo un raggelante, manco a dirlo, silenzio.

E mi ritrovo a provare vergogna.
 Io, vigliacco
qui a carpire un'immagine di splendida perfezione
un istante di quella che a me pare perfetta armonia,
a vivere il gelo per pochi minuti,
mentre tutto intorno a me grida desiderio.
Desiderio di dare la vita,
la propria intera esistenza,
per un solo,
unico,
dolce,
tiepido,
raggio di sole.














Tempo: 05 Gennaio 2011
Luogo: Val di Fiemme


lunedì 10 gennaio 2011

Fountains Of Eternal Youth

Soundtrack: "Ever And a Day" - A.F.I.


"L'anima sicura della sua finita esistenza,
sorride agli scritti della penna
e sfida la sua eterna fama.
Le stelle sono costrette a svanire,
il sole stesso si oscura al susseguirsi delle ere
e la natura annega nel mare degli anni.
Ma coloro che si dissetano alla fonte dell'eterna giovinezza
sostano, incolumi e immortali,
tra la guerra degli elementi,
il marcire della materia
e lo sgretolarsi dei mondi."

(Liberamente tradotto da Joseph Addison in "Dictionary of Burning Word of Brilliant Writers")


 

Luogo: Carano (TN)
Tempo: 04 Gennaio 2011






Luogo: Oclini (Passo Lavazé)
Tempo: 04 Gennaio 2011




venerdì 7 gennaio 2011

Tavola Calda (?!?)

Soundtrack: "Mean Old Man" - Jerry Lee Lewis
 






Se non è calda questa di tavola..
No dico, ve lo immaginate Samuel L. Jackson seduto qui, 
tranquillo, con il suo piatto di focaccine (thanks Secco) fumanti 
(che per l'occasione trasformeremo in altrettanto ottimi canederli al gulash)
pronunciare la fatidica orazione a Tim "Zucchino" Roth?


Ezechiele 25.17: "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. 
Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. 
E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.
Ora, sono anni che dico questa cazzata, e se la sentivi significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire, pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. 
Vedi, adesso penso, magari vuol dire che tu sei l'uomo malvagio e io sono l'uomo timorato, e il signor 9mm, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l'uomo timorato, e io sono il pastore, ed è il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. 
Questo mi piacerebbe. Ma questa cosa non è la verità. 
La verità è che TU sei il debole, e io sono la tirannia degli uomini malvagi. 
Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore.


Io non riuscivo a pensare ad altro.



Tempo: 04 Gennaio 2010
Luogo: Oclini (Passo Lavazé) - Val di Fiemme 


giovedì 6 gennaio 2011

Ice, Ice Baby

Sountrack: "Snow (Hey Oh)" - Red Hot Chili Peppers



Che fatica tornare.
Mi sono ritrovato a guardate fuori dal finestrino, sulla via di ritorno. La notte correva via veloce. Non riuscivo a togliermi di dosso la malinconia del ritorno. E' una sensazione che tutti proviamo quando arriva il momento di "tornare a casa". Solitamente dura poco, tempo di riabituarsi alla vita quotidiana. 
Mi accorgo però che i miei tempi si dilatano enormemente. NON voglio riabituarmi alla vita quotidiana. NON voglio una vita quotidiana. 
E quindi resto qui, ancora maliconico, a riguardare gli scatti di questi fantastici giorni in montagna. Alcuni li sento davvero miei. Mi commuovo nel rivederli. Mi scaldo il cuore pensando che questo sarà il mio futuro, la mia vita. L'unica mia abitudine quotidiana. Fotografare
Pubblico qui i primi scatti cianografici della mia fuga in montagna. Nei prossimi giorni troverò il tempo, tra una carta sudata e l'altra, di mostravi tutte le fotografie ad alta quota. Spero possiate emozionarvi nello stesso modo in cui io mi sono emozionato nel catturare questi istanti di eterno. Eccovi i primi scatti dell'album "Hey Oh (Snow)", rielaborazione dello splendido pezzo dei RHCP. Buona visione!










Tempo: 04 Gennaio 2010
Luogo: Oclini (Passo Lavazè) - Val di Fiemme