lunedì 22 novembre 2010

Into The Wild

Soundtrack: "Society" - Eddie Vedder



Ero in auto oggi.
Stavo tornando a casa.
Ed eccola. Quando meno la aspettavo.
Una canzone.
Quella canzone.
In un attimo ho rivissuto emozioni che già conoscevo.
Di cui già avevo sentito bisogno di scrivere.

Ho ripreso in mano un vecchio quaderno.
L'ho sfogliato.
Ed eccole le parole che stavo cercando.
parole che già avevo scritto, sentito vissuto.

Parole nate dopo aver visto "Into The Wild".



Venerdì 13 Febbraio 2009, ore 23.34


E' solo dopo parecchi minuti che riesco a riprendere in mano la penna e ritrovo la tranquillità necessaria per poter scrivere.
Solo ora il battito del mio cuore rallenta, lentamente.
Come un fiume in piena che dopo aver superato le rapide più selvagge, si rilassa e prosegue il suo cammino.
Non saprei spiegare attraverso alcuna parola le emozioni che ho provato.
Fatico ancora ad articolare i caratteri necessari per questo testo..
Eppure, non riesco a non scrivere. Ho bisogno di tirare fuori ciò che sento così pesante dentro di me.
Perché se è vero che il fiume, dopo aver superato un passaggio così incredibilmente impervio, si trascina stanco per il dispendio di forze, è anche vero che ora si muove in tutta la sua pienezza..carico di nuovo slancio..

Così mi sento: pieno di emozioni...

Tristezza. Dubbio. Felicità. Voglia di partire. Paura. Voglia di vivere.

Non so dire quale sia il sentimento dominante.
Alzo gli occhi da questo foglio e osservo..e il senso di inadeguatezza mi colpisce dritto nello stomaco. Non un singolo colpo, ma continue e costanti vampate.
A tratti compare l'euforia. L'istinto di immedesimarsi è troppo naturale per impedirgli di prendere il sopravvento..

Cosa darei per essere là?

O forse altre sono le domande che occupano la mia mente..
Se fossi solo curioso di sapere cosa si prova a non possedere nulla...ed essere così davvero felici? Lasciare ogni cosa e semplicemente vivere...

Cambierei ogni cosa che possiedo, ogni abitudine, ogni comodità, per un singolo istante, anche fosse l'ultimo, di pura, sconfinata, vera felicità.

Lo farei davvero? Nel profondo, credo di si..

Troppe volte mi sono sentito vuoto, inadeguato, mancante.
Troppe volte ho desiderato andare oltre le mie risposte.
Troppe volte ho chiuso gli occhi per non guardare... e così capire che in realtà vado cercando ciò che i miei occhi non possono vedere.

Per posare lo sguardo su ciò che lui vede in quel momento, nel suo ultimo respiro, guardando il cielo, sarei disposto a dare qualsiasi cosa...

Ancora una volta è la musica a soccorrermi.
Mi aiuta a riflette. A comprendere.

Capisco che è la mia continua ricerca a mantenermi vivo.
Capisco che sebbene le mie domande irrisolte sembrino uccidermi, mi danno vita.
Mi permettono di alzarmi ogni giorno e lottare, cercare un senso.

L'inadeguatezza lascia spazio alla quiete. Solo ora realizzo a pieno la verità di cui sono appena venuto a conoscenza.
“La felicità è vera solo se condivisa”

E io ho la fortuna di poterla condividere ogni giorno.
Gioie, lacrime, sorrisi, dolori, domande.

L'amore è l'unica via.
L'unica strada che possiamo percorrere.
Il momento più alto di condivisione.

C'è un tempo per ogni cosa.
Ora non è il tempo di risposte, ma di domande.
Ora, domani, per tutti i giorni che mi verranno concessi, è tempo di amare.
E' tempo di vivere.



                                                

6 commenti:

  1. Ciao Mirko! E' bello quello che scrivi, ma è difficile capirlo veramente. Per dirti, sento bene il tuo pensiero, ma anche mi sento sempre "sulla strada". Io credo che capire se è importante arrivare alla comprensione totale dei propri dubbi o non arrivarci non sia il vero obiettivo della vita. Penso che il vero obiettivo, come dici tu, sia quello di continuare a cercare.
    Non a caso Crhis McCandless arriva a "comprendere" quando sta per morire alla fine della sua vita, quando forse è giunto il momento, appunto, di fermare la ricerca.
    E comunque, il sapersi "sulla strada" è già da considerarsi un grande, grandissimo traguardo. Quello, credo, che fa la vera differenza.

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  2. Sentirsi "on the road" (per dirla alla Kerouac) credo faccia parte di quel percorso che io definisco vivere. Quando dico che ora non è il momento delle risposte, non significa che smetto di cercare. Perché è proprio la continua ricerca che mantiene vivi e rende interessante ogni attimo. A volte fa male non avere risposte...ma ciò non toglie nulla alla straordinarietà della vita. Farsi domande, non smettere di cercare con l'animo sempre libero come quello di un bambino, significa essere costantemente sulla strada. Perchè è li che si vive davvero. ;)
    Grazie del tuo commento. E' stimolante potersi confrontare su questi argomenti!

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  3. Lo è davvero! E' proprio quello che intendevo! :)

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  4. E' davvero rincuorante e rasserenante sapere che c'è qualcuno sulla tua stessa lunghezza d'onda! ;)

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