domenica 27 febbraio 2011

I Feel Alive

Soundtrack: "The Brave and the Craven" - Vexillum & "Lamento Eroico" - Rhapsody Of Fire


Iniziavo a dimenticare come fosse fatta la mia camera.
Il suo odore, il ricordo delle ore spese al suo interno.
La forma del mio corpo sull'unica sedia del mio studio iniziava ad attenuarsi, piano piano divenendo sempre meno marcata.
La scrivania, tristemente e inaspettatamente in ordine, era l'esempio più lampate della mia assenza da diverso tempo.

Nel corso dell'ultimo mese sono stato per parecchio tempo lontano da quella che gli inglesi chiamano "house" e stavo iniziando a prenderci gusto. L'ultima settimana poi, in costante movimento tra Roma, Bologna e le stazioni ferroviarie di mezza Italia, mi ha chiaramente ribadito come il mio posto nel mondo non sia qui. In un'altra epoca, sicuramente, il mio sarebbe stato l'animo di un cavaliere errante.

Ma ora sono di nuovo tra queste mura e, sono felice di dirlo, per nulla triste. Consapevole, certo, di essere qui a tempo determinato, ma con le batterie nuovamente cariche di emozioni, sensazioni, esperienze, scatti. Tutte cose che mi permettono di resistere, di non mollare o impazzire, in attesa di realizzare il sogno di una vita.

Periodicamente, sento la necessità di fare un pieno di vita. La quotidianità mi uccide. L'abitudine è assuefazione, e sentirmi incastrato all'interno di un processo transitorio amplia il buco grosso che c'ho dentro.
Per questo ho bisogno, ogni tanto, di riempirlo quel buco. E proprio come Freccia, sono gli amici, l'amore di una vita, il continuo viaggiare, assistere a un concerto che hai aspettato una vita intera, la gioia di uno scatto che senti tuo o di un'emozione condivisa, a riempirmelo quel buco.

Ora mi ritrovo qui seduto davanti allo schermo, felice di essere tornato anche per potervi raccontare il carico di vita che ho fatto negli ultimi giorni. Il racconto della trasferta romano-bolognese sarà decisamente diverso da quello di Londra, ma spero possa piacervi ugualmente. Approfitto per ringraziare tutti voi che avete tanto apprezzato il resoconto del mio ritorno a casa oltremanica. I vostri complimenti mi hanno riempito di orgoglio! Ora prometto di recuperare tutti i vostri ultimi post e sdebitarmi con sinceri complimenti che so già meriterete per le vostre produzioni.

Un benvenuto anche ai nuovi lettori che hanno scoperto il mio piccolo spazio nel corso di questa settimana. E' per me un vero piacere! 

Un ultimo saluto speciale a due persone che hanno contribuito in modo diverso ma ugualmente speciale a questo mio viaggio: 
Chica, amica di blogger che ho avuto il piacere e l'onore di conoscere di persona in quel di Roma. Ti devo una colazione ragazza! ;)
Turista di Mestiere, grazie alla quale ho pututo assistere alla splendida mostra fotografica I Colori del Mondo. Se potete, andateci. Merita davvero!

In attesa di deliziarvi (o tormentarvi, a seconda dei punti di vista) con i miei scatti romani e condividere con voi le emozioni degli ultimi giorni, vi lascio un piccolo regalo, un anticipo del tour visivo della Capitale. Questa è "Through Glass", e vede la partecipazione di Giulia, alias L'Odorosa Pantera. Lo dedico a te, splendida protagonista, e a tutti voi!




"I'm looking at you through the glass...
Don't know how much time has passed
Oh god it feels like forever
But no one ever tells you that forever
Feels like home sitting all alone inside your head
..."
(Stone Sour)



Luogo: Piazza Colonna, Roma
Tempo: 23 Febbraio 2011
Soggetto: Giulia



martedì 22 febbraio 2011

London Homecoming - Day 3 (Feb. 11) - Part II - I'll Come Back

Soundtrack: "Wish You Were Here" - Pink Floyd & "So Far Away" - Avenged Sevenfold


Passiamo in velocità dall'albergo e decidiamo di raggiungere il Guy's Campus a piedi, passando per la Billingsgate Walk, pedonale che costeggia il Thames frequentata perlopiù da jogger.
Il vento soffia forte e freddo da Sud. Mi chiedo come facciano sti tizi a correre in pantaloncini corti mentre io sono qui a congelarmi...
In compenso però la luce filtra dall'alto a fatica attraverso le nuvole. La strada è ancora segnata dalla pioggia di ieri e stamattina. Situazione perfetta per qualche scatto...

 


  


 

Rimango sempre ipnotizzato dai riflessi del mondo sull'acqua. Mi ritrovo spesso a pensare che la realtà si confonda con l'immagine riflessa. Siamo sempre così sicuri di essere dal lato giusto? E se tutto intorno a noi fosse il riflesso di un altro mondo, forse migliore, che scorgiamo labilmente tra i movimenti dell'acqua?

Distratto da questi pensieri, non mi accorgo che stiamo già salendo gli scalini che ci portano in cima al London Bridge .
Passiamo in mezzo al Borough Market in cerca di qualcosa da sgranocchiare prima di entrare al Campus. Scelgo un microscopico banchetto gestito da due gentili signore che producono i panini più obesi e "sporchi" (nella migliore accezione del termine) che abbia mai visto. Scelgo il messicano, ben consapovole che la sua pesantezza la porterò con me in Italia (credo che dentro ci fosse anche la "Morte Nera"). Però ragazzi, che bontà disumana!

Giungiamo nel cortile del Guy's Campus e li rimango in attesa che mia sorella firmi carte varie e sia ufficialmente assunta per il famoso PhD (che altri non è che un dottorato di ricerca, mica paglia!). 
Con tutta la calma del mondo sto rollando una sigaretta quando i miei occhi vegono sorpresi dal cambiamento di luce. Ormai, avevo smesso di sperarci:  
SOLE!!!






 


  


 

Cinque minuti di sole. Non uno di più. Abbastanza per qualche controluce fatto al volo. Sembra quasi che il sole londinese sia uscito all'ultimo momento, per salutarmi. Come se anche lui sapesse che il mio tempo è giunto praticamente al termine e avesse deciso di mostrarsi prima della mia partenza. Mi mancherai tiepido e timido sole...

Sono seduto qui fuori su una panchina in attesa che scenda mia sorella. E' andata a firmare il suo destino. Il suo futuro che sarà qui, in quella che io sento essere casa più di ogni altro luogo al mondo. Dovrei essere felice per lei e lo sono. Totalmente. Anche se, qui seduto ad ascoltare musica, mi riscopro inesorabilmente velato di tristezza. E' più forte di me. So che devo partire e non ne ho poi tutta questa voglia.
Vedo due ragazzi chiaccherare a poca distanza da me. Sorridono. Scherzano. Probabilmente, hanno appena finito lezione e attendono qualcuno per andare a pranzo o chissà dove. Vivono qui. Questa è casa loro. Sento di invidiarli un po'... 


Eccola arrivare con un sorriso smagliante. Ormai è ufficiale! Da Ottobre, per 4 anni, questa sarà anche casa sua. Credo proprio che sarò costretto a venirla a trovare spesso...


Torniamo all'albergo a prendere i bagagli, poi un caffè veloce e via verso Liverpool Street. Prendiamo il primo treno per Stansted dove ci aspetta il volo di ritorno.
Me ne sto seduto sul treno e ripenso a questi ultimi giorni. Tutte le emozioni, tutti gli incontri, i profumi, gli sguardi, i colori, la pioggia, il sole. Questi giorni mi hanno fatto decisamente bene. Ora, ho un bagaglio di vissuto fresco e vivido a cui attingere nei momenti difficili, su cui posso contare per arrivare in fondo al quotidiano, in attesa di raggiungere il mio sogno.
Il treno parte e la musica resta l'unica compagna di viaggio che desidero. Mi conforta, mi culla, mi abbraccia amorevolmente. Amplia la potenza di ogni ricordo e mi aiuta a sopportare il viaggio.





I'm leaving because I have to. But I'll come back. I will come back! 


 ***Photos***

1.2.3. Billingsgate Walk
4 to 9. Guy's Campus (Southwark)
10. My ipod on the train to Stansted 

   
  

lunedì 21 febbraio 2011

London Homecoming - Day 3 (Feb. 11) - Part I - Running Out Of Time

Soundtrack: "Time Is Running Out" - Muse & "Come Back" - Foo Fighters


Apro gli occhi già consapevole.
Consapevole che oggi è già ora di lasciare casa. Una toccata e fuga. Due giorni trascorrono in un attimo, specie qui. Sapevo che questo momento sarebbe arrivato così in fretta. Ma fa comunque un po' male sapere che ci vorrà del tempo prima di tornare...

Così mi gusto ogni singolo respiro. Voglio viverlo più intensamente possibile, quasi a volermelo attaccare addosso per non perderlo. Mangio con il dolceamaro gusto del carcerato uscito di galera, che si ingozza perché sa quanto sia tremenda la mancanza dei pasti di casa. Non tanto perché qui a Londra si mangi meglio (non sono un eretico), ma perché ogni cosa qui è diversa, anche il semplice cibo.
Per lo stesso motivo, respiro a pieni polmoni a ogni passo. Voglio portarmi via anche l'aria di qui, o almeno provarci.

Ma queste sono anche e sopratutto le ultime ore per immortalare la mia amata città. Quindi metro e via, direzione Camden Town.
Purtroppo non è ancora tempo per il celebre mercatino che trasforma letteralmente questo quartiere nel più caleidoscopico dei luoghi. Ma mi accontento di fargli un saluto...





                       
                                    

                 











                                              








                                        


Un giro veloce, il tempo necessario per ricordare tutti i momenti passati qui nel corso delle volte che ho abitato la mia Londra. Tappa fissa il mercatino di Candem Town. Qui, puoi trovare davvero di tutto...


Riprendiamo la metro diretti verso Oxford Circus. La sorellina vuole andare da Hamley's (150enne negozio di giocattoli) e a Carnaby Street, cui si giunge da Regent's Street. Stiamo camminando proprio su quest'ultima quando capitiamo davanti al National Geographic Palace in cui sono esposte le foto di Herbert Ponting, realizzate al Polo Sud nella spedizione britannica del 1911. Rimango paralizzato dalla bellezza di questi scatti. Una sinfonia di luce e ghiaccio immortalata su pellicola. Genio assoluto.


Ritorno in strada e un po' sminuito dalla potenza visiva delle foto che ho ancora nella memoria. Però, senza timore, riprendo la mia piccola tra le mani e qualcosa di buono sembra saltar fuori...




                                                    



                                                                                                                      




 




                                                                      









                                                                                                          




Siamo appena usciti da Carnaby Street che il telefono squilla. Una gentile voce chiede, in perfetto ed evidentemente madrelinguistico inglese di parlare con mia sorella. Le passo il telefono. Qualche parola, qualche affermazione e poi il suo viso letteralmente trasfigura. "We're offering you a PhD", le han detto. L'interview è andata meglio del previsto. L'hanno già presa! 

Dobbiamo fiondarci al volo al Guy's Campus per farle firmare le carte necessaria. Non ci sarà tempo per vedere altri luoghi di casa ma poco importa. 
So già che dovrò venire a trovare spesso nei prossimi 4 anni la mia sorellina.
Ci dirigiamo di corsa verso London Bridge. Sono che sono le ultime ore prima della partenza e inizio a sentire una piccola vena di tristezza.
Poi però mi guardo intorno e vedo che c'è ancora tempo per qualche ultimo scatto...


***Photos***

1 to 9. Camden Town
10.11. Aberdeen Angus Steak House, Coventry Street
12.13. Air Street
14.15. Inception in Regent Street
16. Lego Buzz Lightyear @ Hamley's
17. Jack's Mom @ Hamley's
18.19. Puma Store in Carnaby Street


 

domenica 20 febbraio 2011

London Homecoming - Day 2 (Feb. 10) - Part III - Light Up The Night

Soundtrack: "Lights and Sounds" & "Light Up The Sky" - Yellowcard


Di nuovo in strada, stavolta con la notte come compagna di cammino. E' la serata di mia sorella, dopo la sua "outstanding" interview, quindi usciamo con l'intento di festeggiare e folleggiare. Londra è perfetta anche per questo.
Prima però plachiamo la sua voglia di rivedere la splendida Trafalgar Square. L'accompagno volentieri, sebbene ci sia stato solo poche ore prima. So bene che al calar delle tenebre, la piazza si trasforma e viene invasa da luci troppo belle per non essere fotografate..

Giungiamo tramite Underground a Leicester Square e ci avviamo a piedi. Sento l'adrenalina da scatto scorrere forte nelle vene. Non faccio nemmeno in tempo ad arrivare che sto già montando il cavalletto, tanta è la smania di immortalare quello spettacolo di luci e ombre.

Sono pronto all'azione, quando questo tizio dalla faccia buffa ma immediatamente simpatica mi chiede se per cortesia posso fargli una foto con la sua fotocamera: "I want my kids to see me here.." mi dice. Come dirgli di no?
Vado per lo scatto, ma la sua compatta non rende necessaria giustizia alla bellezza dello sfondo che ha scelto: la National Gallery illuminata.
Gli spiego che difficilmente si può fare di meglio di questo scatto scuro e sovrailluminato sul volto a causa del flash, ma lui pare contento lo stesso e mi ringrazia calorosamente. 
In quell'istante, mi tornano in mente Richard e Jonny, i musicisti che mi han chiesto di mandargli le loro foto via mail. Mi dico, perché no?
Gli propongo così di fargli una foto con la mia piccola e poi di mandargliela via mail. Così i suoi figli avrebbero visto per davvero dove il padre era stato.


Non dimenticherò mai il sorriso di quell'uomo e la sua gioia nel poter ricevere un dono così semplice, ma al contempo tanto prezioso. 




E' estasiato dallo scatto che gli mostro con un po' di orgoglio. Iniziamo così a chiaccherare e salta fuori che il buon Tim viene direttamente dalla Pennsylvania (USA). Parliamo di buon gusto degli argomenti più disparati. Chiede di me ("Are you a pro?" Quanto avrei voluto rispondere di si..), chiede di mia sorella, di come è vivere in Italia. Il tempo corre senza che nessuno di noi abbia la possibilità di accorgersene. Arriva il momento di salutarci e un po' mi dispiace lasciare andar via quella persona così simpatica. Mi offre addirittura un compenso per lo scatto, che ovviamente rifiuto. "This prove yuo're still not a pro!" mi dice con un sorriso allontanandosi. E' stato un immensio piacere conoscerti Tim!


Con il sorriso stampato in volto, ritorno sul principale motivo per cui mi trovo qui. Ma non riesco a smettere di sorridere!
Lo spettacolo che i miei occhi incontrano però grida per essere immortalato. Uno spettacolo di acqua e luci. Questa, miei cari lettori, è Trafalgar Square quando il giorno lascia spazio alla sua compagna notte...















Appena il buio entra in scena, la piazza vive di luce nuova. I colori filtrano attraverso l'acqua delle fontane ed è uno spettacolo da togliere il fiato. Non avrei mai voluto smettere di scattare...
Poi però ho girato attorno alle grandi statue dei leoni e ho visto la città che vive di notte, le luci pulsare tra le vene nel corpo di Londra...







E' anche per questo che amo questo posto. Questa è casa mia. E' qui che voglio stare. Dove le strade vivono, dove ogni angolo è un'occasione, dove cammino a testa alta perché non posso e non voglio perdere nemmeno un dettaglio di ciò che mi circonda.


Ho placato la mia sete fotografica per il momento. Ora è tempo di festeggiare. E a casa mia, si festeggia da Angus, Steakhouse nei pressi di Leicester Square.
Volete sapere perché lì? Beh, fate voi...







Le costolette di maiale migliori al mondo.

Pancia piena (forse troppo), ma ancora voglia di far festa. Questa è la grande serata di mia sorella, quindi si va a bere dell'ottima birra a Covent Garden.
Stasera solo risate, sorrisi e brindisi. Non c'é spazio per la tristezza anche se so che, inevitabilmente, domani dovrò di nuovo partire... Domani, è l'ultimo giorno...




***Photos***

1. Tim in Trafalgar Square
2 to 8. Trafalgar Square
9.10. National Gallery
 11. The Mall
12. Whitehall Parliament ST
13.14.15. Angus Steakhouse in Leicester Square




sabato 19 febbraio 2011

London Homecoming - Day 2 (Feb. 10) - Part II - Holy Rain

Soundtrack: "Ocean" & "Better Than" - The John Butler Trio Live @ St. Gallen


Mentre salgo gli scalini di uscita dalla stazione di Oxford Circus, l'intenso odore di pioggia mi investe e mi abbraccia dolcemente. Avete presente quando al mattino uscite di casa? Siete abituati all'odore di camera vostra, dove avete passato la notte. O al limite siete storditi dalla nuvola di profumo che vi ha avvolto in bagno. Fatto sta che l'olfatto è "anestetizzato". Poi uscite, e il primo odore che sentite sarà quello della vostra giornata. Non importa quanti altri profumi, odori, buoni o meno, sentirete nel corso del giorno. Quel particolare odore, il primo, lo ricorderete fino al calar del sole. Allo stesso modo, fu l'intenso e umido abbraccio della pioggia che mi seguì nel resto del mio cammino tra Oxford Street, Regents Street, Piccadilly Circus, Leicester Square, Trafalgar Square.









Cammino tra strade che conosco troppo bene per avere bisogno di una cartina. So esattamente dove conducono e questo mi dona un senso di pace. Serenità. Gioia pura come la luce del sole in una tiepida mattina di primavera. Pura come le lacrime di gioia che dal cielo cadono e mi rigano il viso, in questo umido pomeriggio di Febbraio.
Amo questa pioggia. Amo questa città. Amo la familiarità di questi luoghi.







Ho bisogno di musica. Ogni momento importante della mia vita lo ricordo con una specifica colonna sonora. Lascio scegliere il cuore, e le mani selezionano senza esitazione "Ocean", pezzo strumentale di John Butler, che lui definisce una "conversational peace to people". 
Metto le cuffie e lascio che tutto intorno a me venga pervaso dalla chitarra di John. E' magia...






Senza rendermene conto inizio a camminare più veloce. Senza motivo apparente. Semplicemente non riesco a contenere l'ondata di energia positiva che si sviluppa dal suono nelle mie orecchie, irradia il corso, e arriva fino alle gambe.
Il mio passo è più sicuro. Cammino a testa alta, felice di bagnarmi il viso con l'amorevole pioggia. Cerco di guardare ogni volto che incrocio e, il più delle volte ricevo solo sorrisi.
Voglio memorizzare ogni istante per quando sarò lontano da qui. Per poterlo riscoprire nei momenti difficili. E gioire ancora di questa serenità. Credetemi quando vi dico che anche adesso, il solo ricordo di quei momenti, sprigiona in me sensazioni indescrivibili.




Cammino, cammino e cammino. Senza sosta, se non per isinuarmi in qualche angolo in posizioni improponibili per realizzare qualche scatto.
Sento che non potrei mai fermarmi. Non vorrei mai fermarmi. Come si fa a voler fermare un momento di estasi assoluta? La vita è troppo breve per non volerla vivere in questo modo ogni singolo istante...






Vedo, scatto, sorrido, cammino. La musica e la serenità non mi abbandonano. Sono come in trance.
Giunto a Trafalgar, la musica finisce, quasi a presagio di ciò che sta per avvenire. Il telefono squilla. Mia sorella è libera dal colloquio. Sembra felice, sembra soddisfatta. Sappiamo entrambi come è andata, ma non vogliamo dirlo. Scaramanzia.

Decidiamo i rivederci in albergo, fare una doccia e poi uscire insieme nella sera londinese. Mi avvio verso la metro e mi accorgo che le gambe mi si stanno letteralmente staccando dal corpo. Il ginocchio sinistro mi ha abbandonato e zoppico vistosamente.
Tutti dolori felicemente sopportabili, perchè il tempo sta scorrendo in fretta e non voglio perdermi nemmeno un singolo istante.
Prima di scendere in metro mi volto, come se le emozioni che ho vissuto oggi fossero fatte di carne e ossa e mi stessero salutando con la mano, in un arrivederci che sa di "ci mancherai"...

Sorrido. Mi incammino verso una doccia rigenerante.
Non posso e non voglio essere stanco.
La notte londinese mi attende...



***Photos***

In ordine dall'alto in basso

1.2.3.4. Oxford Street
5.6.8.9. Regents Street
7. Swallow Street
10.11.12. Piccadilly
13.14. Conventry Street
15. Charing Cross RD.
16.17.18.19.20. Trafalgar Square